Terre Vulnerabili
22 October 2010 - 29 May 2011
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TERRE VULNERABILI
Dal 22/10/2010 al 29/5/2011
Domenica 19 dicembre 2010 la mostra non sarà visibile.
Ci scusiamo per il disagio arrecato.
Progetto di Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini /
Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di
Maggio / Rä di Martino / Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos
Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Nicolò Lombardi / Mona Hatoum /
Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita
Morgantin / Ermanno Olmi / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele
Prosdocimi / Remo Salvadori / Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou /
Nico Vascellari / Nari Ward / Franz West
Il progetto "Terre vulnerabili” si articola in quattro mostre.
Trattandosi di un progetto il cui funzionamento vuole essere il piu’
vicino possibile a quello della crescita di un organismo vivente o di
una pianta che si sviluppa nel tempo, ogni mostra rappresenta un momento
espositivo unico, irripetibile e diverso rispetto all’altro come le
diverse fasi della vita.
Tutti i lavori delle quattro mostre del progetto "Terre vulnerabili”
sono site specific e/o ripensati appositamente per lo spazio
dell’Hangar.
Tema della mostra
Si tratta di riconoscere il concetto di vulnerabilità dal punto di vista
fisico e morale accogliendolo come centro positivo e vitale.
La vulnerabilità è quella singolare capacità empatica che permette a
tutti gli esseri umani di riconoscere ed accettare la propria
responsabilità etica verso l'altro, verso la comunità e verso
l'ambiente.
Un progetto in evoluzione, germinativo e organico, che si sviluppa nel
tempo della sua vita espositiva permettendo al pubblico di prendersene
cura e agli artisti di continuare a crescerlo e nutrirlo. In questo modo
i diversi soggetti si renderanno responsabili della mostra e del suo
stesso stare in vita.
Il progetto, infatti, non si esaurisce soltanto nel traguardo di
un’esposizione ma si sviluppa attraverso un processo che comprende una
serie di incontri con gli artisti coinvolti per creare insieme una nuova
modalità di condivisione del progetto stesso. La vulnerabilità si
esprime così non soltanto nelle opere ma anche in questa modalità
curatoriale basata soprattutto sul mutuo riconoscimento e sulla
collaborazione tra gli artisti che necessariamente porterà a vivere
esperienze inaspettate.
Le quattro mostre in cui si articola il progetto sono anche il risultato
degli incontri collegiali con gli artisti che si sono tenuti a Milano a
partire da settembre 2009, e che hanno accompagnato con cadenza mensile
la discussione e lo sviluppo processuale delle quattro mostre.
Il progetto, inoltre, intende indicare una direzione e proporre un nuovo
linguaggio in un momento in cui il nostro pianeta e i sistemi che lo
governano danno importanti segni di cedimento. Terre vulnerabili affida
così il suo statement politico ed etico all’opera di due Maestri come
Ermanno Olmi e Yona Friedman. Un regista e un architetto che hanno
saputo intraprendere, attraverso la loro opera, una riflessione che
unisce insieme memoria e speranza, utopia e sua realizzabilita’.
Struttura e vita del progetto
L'idea è che l'opera di ogni artista non si cristallizzi a inaugurazione
finita, ma che continui a crescere e a evolversi lungo tutto il periodo
del progetto con aggiunte, correzioni, dialoghi con gli altri artisti
invitati e con il pubblico. In questo modo i diversi soggetti si
renderanno responsabili della sua cura e del suo stesso stare in vita.
Il progetto, a cui parteciperanno 30 artisti internazionali, sarà
cadenzato da quattro mostre (4 quarti come le fasi lunari). Tutti gli
artisti parteciperanno in modo continuativo alle diverse mostre del
progetto, vale a dire che ogni nuova mostra che s'inaugura dovrà
innestarsi su quella precedente, che non viene annullata ma "sommata”
all’altra. In questo modo si rende il progetto "vivo”, nel senso che
prosegue al di là della singola mostra: uno dei tasselli di un progetto
più ampio e costantemente in movimento verso "qualcos’altro”.
www.hangarbicocca.it
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